Si salvi chi può!

Si salvi chi può! L'Italia del bello ma anche del brutto. come trovare una bilancia per conoscere meglio questo paese colle proprie possibilità.

Si salvi chi può!

Si salvi chi può: il malessere crescente dei cittadini italiani verso la gestione pubblica

In uno dei numerosi corsi tenutosi in una delle nostre città sentiamo un eco fortissimo di numerose lamentele su come funziona il paese Italia, anche nelle più piccole cose. Ecco che desideriamo inserire alcuni elementi che pregiudicano il nostro star bene ed i momenti di felicità che dovremmo godere tutti quanti.

La Fiducia

In Italia, l’espressione “si salvi chi può” sta assumendo un significato sempre più vicino al vissuto quotidiano di milioni di cittadini. La fiducia verso le istituzioni pubbliche è ai minimi storici, e un profondo malessere serpeggia tra le persone, che percepiscono la gestione della cosa pubblica come inefficace, distante e talvolta addirittura ostile. Tra crisi economiche, mancanza di lavoro stabile, inefficienze amministrative e un sistema di welfare vacillante, la sensazione dominante è quella di un Paese incapace di proteggere i suoi stessi cittadini. Si salvi chi può!

La Burocrazia

Uno dei segnali più evidenti di questa situazione è la lentezza burocratica che affligge la macchina pubblica italiana. Ogni giorno, cittadini e imprese devono confrontarsi con un sistema amministrativo che sembra fare di tutto per rendere complesso anche il più banale adempimento. La digitalizzazione, che avrebbe dovuto semplificare molte pratiche, spesso ha aggiunto nuovi ostacoli, lasciando molti cittadini disorientati di fronte a piattaforme informatiche farraginose e mal funzionanti. I tempi di attesa per servizi essenziali come il rilascio di documenti, la concessione di licenze o l’erogazione di prestazioni assistenziali si sono allungati a dismisura, creando una frustrazione diffusa. Si salvi chi può!

La Sanità

La gestione della sanità è un altro terreno su cui il malessere si manifesta in modo particolarmente evidente. Se da un lato l’Italia può vantare un sistema sanitario pubblico universalistico, dall’altro la sua inefficienza è diventata quasi proverbiale. Lunghe liste d’attesa, reparti ospedalieri sovraffollati e la difficoltà di accedere alle cure in tempi utili rappresentano una realtà quotidiana per molti cittadini. La pandemia da Covid-19 ha solo esacerbato queste criticità, mettendo in luce le fragilità strutturali di un sistema che, nonostante i sacrifici del personale sanitario, sembra sempre sull’orlo del collasso. Si salvi chi può!

L’Occupazione

A livello economico, la stagnazione e l’alto livello di disoccupazione, soprattutto giovanile, alimentano il sentimento di sfiducia. Il lavoro precario è diventato una condizione normale per molti, e la possibilità di costruire una vita stabile appare sempre più remota. Le politiche economiche, percepite come inefficaci o addirittura controproducenti, non fanno altro che aggravare la situazione. Le tasse, considerate troppo alte, e la mancanza di investimenti in settori strategici completano un quadro di sfiducia generalizzata. Si salvi chi può!

Le Generazioni Future

Questo malessere è particolarmente evidente nelle nuove generazioni, che vedono il loro futuro come incerto e privo di prospettive. Il fenomeno della “fuga dei cervelli” è un sintomo di questa situazione: migliaia di giovani talentuosi scelgono ogni anno di emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità, incapaci di trovare in Italia un contesto che valorizzi le loro competenze. Questo rappresenta non solo una grave perdita per il Paese, ma anche una sconfitta per le politiche pubbliche, che non riescono a trattenere il capitale umano più prezioso. Si salvi chi può!

Si salvi chi può

In un contesto simile, il grido di “si salvi chi può” diventa un’espressione amara della realtà italiana. È il riflesso di una società che si sente abbandonata dalle istituzioni, incapace di contare su un sistema pubblico che dovrebbe, invece, essere al servizio dei cittadini. Solo un radicale cambiamento nella gestione della cosa pubblica, improntato su trasparenza, efficienza e partecipazione attiva dei cittadini, potrà invertire questa tendenza e restituire speranza a un Paese che sembra averla ormai smarrita.

 

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