Da “Vi parla Alberto Sordi”
E’ proprio così! Noi studiamo, leggiamo libri, testiamo nuove idee anche le prime che riteniamo quelle più utili per interessare il cliente ad acquistare i nostri prodotti o servizi, eppure basta ascoltare il grande Alberto Sordi che nel 1949 andava in onda con “Vi parla Alberto Sordi“ che non solo ridiamo delle sue intramontabili battute da teatro di rivista dove si confondono battute di prosa, musica e soprattutto scenette umoristiche che trattenevano lo spettatore incollato alla sedia fino a quando non avesse terminato di ridere.
Ma oltre a ciò, vi erano dei messaggi nemmeno troppo celati che la nostra cultura domestica ripresentava nella rivista o negli spettacoli grazie a questi brillanti autori che hanno costruito la loro fortuna con la commedia all’italiana.
I soggetti
Quando ci si recava dal barbiere, oppure si prendeva il tram o come il nostro Albertone si tratteneva con una ragazza costruendo il dialogo basato sugli equivoci, ecco che il nostro teatro non solo riproduceva l’elemento del cittadino medio italiano, ma ne creava anche un limite ai propri vizi più che alle virtù.
In sostanza la commedia metteva in luce il soggetto medio italiano alle prese con i propri limiti ma costruendo un personaggio che poteva al tempo stesso commuovere lo spettatore non solo per riconoscersi dentro il suddetto soggetto ma anche per far valere quel capriccio che portava all’ottenimento del risultato voluto.
Come si possono assimilare alcune tecniche di vendita con la con la rivista.
Ora nelle tecniche di vendita se ascoltassimo il grande Alberto Sordi troveremmo tutto quello che una persona può desiderare quando è nella fase dell’approccio col cliente, ma anche nel consegnare ossia dare ragione alla controparte quando la stessa non ne è convinta fino in fondo.
Ma il tutto, al termine dello spettacolo, deve essere condito da un elemento fondamentale : L’equivoco; cosa che, a differenza della realtà nella vendita, non deve essere lasciato spazio a dubbi o incertezze, altrimenti la vendita non andrebbe a buon fine.
Questi sketch costruiti ed ascoltati alla radio (allora la televisione era praticamente inesistente) offriva la possibilità di immaginare le sembianze dei soggetti ascoltati alla radio e quindi ciascuno poteva esprimere un’idea sulla persona.
La televisione ha, oggi, occupato quel posto che le trasmissioni radiofoniche nascondevano quanto meno nell’aspetto; ma sui contenuti oggi forse mancano grandi artisti ma i concetti da sviluppare sono tutti lì.