Prima o poi questo nodo va sciolto!

Il nodo rappresenta il costo del lavoro. Oggi il problema delle assunzioni non nasce dalla mancanza di lavoro ma dal costo esagerato che le aziende devono sborsare per assumere un dipendente.

Prima o poi questo nodo va sciolto!

Quanto costa ad un’azienda investire su un lavoratore?

Investire su un lavoratore comporta vari costi che possono essere suddivisi in diverse categorie. Ecco una panoramica dei principali costi associati:

1. Costo del reclutamento

  • Annunci di lavoro: Pubblicazione di offerte di lavoro su siti web, giornali, ecc.
  • Agenzie di reclutamento: Commissioni per l’uso di agenzie specializzate.
  • Tempo del personale: Ore dedicate alla selezione e ai colloqui.

2. Costo di assunzione

  • Onboarding: Procedure di accoglienza e integrazione del nuovo dipendente.
  • Documentazione: Preparazione e gestione di contratti e altri documenti legali.

3. Salari e Benefici

  • Salario lordo: La retribuzione concordata con il lavoratore.
  • Contributi previdenziali: Versamenti a enti previdenziali e assistenziali.
  • Assicurazioni: Polizze assicurative obbligatorie o volontarie (ad esempio, infortuni sul lavoro).

4. Formazione e Sviluppo

  • Corsi di formazione: Costi per corsi interni o esterni.
  • Materiali didattici: Manuali, software, attrezzature.
  • Tempo di formazione: Ore lavorative dedicate alla formazione.

5. Strumenti e Risorse

  • Attrezzature: Computer, telefoni, strumenti di lavoro specifici.
  • Spazio di lavoro: Costi per l’ufficio o lo spazio di lavoro assegnato.
  • Software: Licenze e abbonamenti a software necessari per il lavoro.

6. Costo di gestione e supervisione

  • Supervisione: Tempo e risorse dedicate dal management per supervisionare e supportare il lavoratore.
  • Amministrazione: Gestione delle buste paga, delle ferie, dei benefit, ecc.

7. Costi indiretti

  • Turnover: Se il dipendente lascia l’azienda, occorrono nuovi investimenti per sostituirlo.
  • Mancata produttività iniziale: Il tempo necessario affinché il nuovo lavoratore raggiunga la piena produttività.

Esempio di stima dei costi per un lavoratore (ipotesi annuali):

  • Salario lordo: €30,000
  • Contributi previdenziali e assicurazioni: 30% del salario (€9,000)
  • Formazione iniziale: €2,000
  • Attrezzature e risorse: €1,000
  • Costo di reclutamento: €1,500

Totale stimato: €43,500 per il primo anno (costi variabili in base alla specificità del lavoro e della posizione).

 

Questa è una stima approssimativa e i costi possono variare significativamente in base a numerosi fattori come l’industria, la posizione geografica, il livello di esperienza del lavoratore e le politiche aziendali.

 

Qual’é il fatturato che un’azienda deve sviluppare per coprire l’assunzione di un lavoratore?

Per determinare il fatturato che un’azienda deve sviluppare per coprire l’assunzione di un lavoratore, è necessario considerare diversi fattori. Ecco un metodo per calcolarlo:

Esempio pratico

Supponiamo i seguenti valori:

  • Salario lordo annuo (X): €30,000
  • Contributi e tasse (Y): €10,000
  • Benefit e altri costi (Z): €5,000
  • Margine di profitto desiderato (P): 20% (0.20)
  • Spese generali annue (G): €50,000

Costo totale del lavoratore: Costo totale= €30,000 + €10,000+ €5,000 = €45,000

Calcolo del fatturato necessario:

Fatturato necessario = €45,000+€50,000 /(1−0.20)  

Fatturato necessario = €95,000/0,80

Totale  = €118,750

Quindi, l’azienda deve sviluppare un fatturato di €118,750 per coprire l’assunzione di un lavoratore con i costi specificati e mantenere un margine di profitto del 20%.

Le questioni precedenti includono anche la mancanza di sviluppo e di crescita del nostro paese?

L’Italia, negli ultimi decenni ha incontrato numerosi ostacoli che hanno rallentato la crescita economica a differenza degli altri stati europei.

Ci sono vari fattori che contribuiscono a questo scenario:

  1. Crescita economica lenta: La crescita del PIL italiano è stata bassa rispetto ad altri paesi europei. Questo è dovuto a una combinazione di bassa produttività, un mercato del lavoro rigido e una burocrazia complessa.
  2. Debito pubblico elevato: L’Italia ha uno dei debiti pubblici più alti al mondo in rapporto al PIL. Questo limita la capacità del governo di investire in infrastrutture e servizi pubblici.
  3. Invecchiamento della popolazione: L’Italia ha una delle popolazioni più anziane d’Europa. Un numero crescente di pensionati rispetto ai lavoratori attivi crea pressioni sul sistema pensionistico e sulla spesa pubblica.
  4. Disoccupazione giovanile: Il tasso di disoccupazione tra i giovani è elevato. Molti giovani trovano difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro, il che riduce il potenziale di crescita futura.
  5. Riforme strutturali lente: Le riforme necessarie per migliorare la competitività e la produttività spesso procedono lentamente a causa di resistenze politiche e sociali.
  6. Burocrazia e inefficienza: La complessità e l’inefficienza della burocrazia italiana possono scoraggiare gli investimenti e rallentare l’attività economica.
  7. Criminalità organizzata: La presenza della criminalità organizzata in alcune regioni del paese può limitare lo sviluppo economico e creare un ambiente imprenditoriale meno favorevole.

Se non riuscissimo a risolvere questo nodo nei prossimi anni, ci saranno enormi problemi che il nostro paese, prima o poi dovrà affrontare.

La chiave per una crescita sostenibile potrebbe risiedere nell’affrontare questi problemi strutturali e nel capitalizzare sui punti di forza del paese casomai ce ne fossero ancora.

 

 

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